Ogni anno i genitori si chiedono se sia giusto illudere i bambini con la storia di Babbo Natale.

É giusto? 

 

Babbo Natale sì o no

 

Molte volte i genitori mi scrivono chiedendomi se secondo me sia giusto parlare ai bambini di un Babbo Natale che spia, che giudica se sono stati buoni o cattivi, se sia educativo fargli fare la letterinadei regali che vorrebbero ricevere e se alla fine, da tutti questi racconti tanto enfatizzati, non possa uscirne un senso di tradimento quando scopriranno che non esiste…

In questo breve articolo risponderò a tutte queste domande, secondo me legittime, che un genitore nel 2020 si potrebbe porre. 

Dunque…quella di Babbo Natale è una tradizione e come tale va considerata. Se al genitore piace l’idea di portarla avanti e personalizzarla, alimentando così anche la voglia di sognare dei bambini, ben venga. In ogni caso, l’idea che Babbo Natale spii il loro comportamento e porti i doni solo a quelli buoni, stride un pò con l’educazione moderna. Infatti, dire al bambino che è buono o cattivo, significa dargli un’etichetta e portarlo quindi a comportarsi in base a quella che ha ricevuto. Il modo più utile è sempre quello di rapportarsi al bambino spiegando che a volte tutti si comportano da cattivi o da buoni ma non significa che essi siano cattivi o buoni. Questa elasticità è importante perché aiuta il bambino a non rimanere schiacciato dal peso delle parole e gli permette di fare bene…

 

babbo natale

 

Inoltre, soprattutto nella fascia 0-3 anni, capire cosa significhi comportarsi bene o male non è semplice. Il genitore, infatti, dovrebbe specificare praticamente cosa dovrebbe fare il bambino per esserlo o non esserlo, affinché la frase “Comportati bene!” non cada nel vuoto.

La figura e la storia di Babbo Natale però, se usati bene, potrebbero essere una buona spinta per il bambino per far propri comportamenti e parole che lo aiutino a raggiungere i suoi desideri…(Per questo ti consiglio di vedere il video). Inoltre, i doni, possono funzionare da rinforzo positivo per portare il bambino a riflettere un pò di più sul suo modo di agire. Tutto questo, nel bene e nel male, ha senso solo dopo i 3 anni, quando i bambini iniziano ad avere la capacità comprendere stati mentali e di prevedere il comportamento proprio e altrui.

Ed eccoci quindi arrivati alla letterina

Nella lista di cose che vorrebbe avere non trovo lati così negativi da sconsigliarla, anzi.  Lo so che sono oggetti e che non vorremmo mai trasmettere ai nostri figli l’idea consumistica di accumulare beni. Tuttavia, l’esercizio di riflettere su cosa ci piace, su cosa desideriamo, su cosa pensiamo di aver “bisogno” per essere felici, credo che sia una buona base per imparare a conoscersi!

La domanda più interessante rimane sempre quella sulla bugia.

 

 

Secondo voi i bambini si sentono traditi dal genitore nel sapere che Babbo Natale non esiste?

Mettiamola così. Prima dei 6 anni circa il bambino non ha le competenze per poter distinguere la realtà dalla fantasia e quando inizia ad averle, si sentirà fiero di essere riuscito a scoprire che quella magica storia che lo ha reso felice per tutti questi anni, non appartiene alla realtà…

Se ci fate caso, quando scoprono che non esiste, non sono mai arrabbiati con chi ha raccontato la storia. Forse, in questi termini, potrebbe essere più influente il fatto di scoprirlo o no da soli. Infatti, se lo hanno saputo da qualcuno significa che non è stato un processo “fisiologico” dovuto alla maturazione delle capacità cognitive e la delusione potrebbe portare alla rabbia. 

Se invece per sciogliere il mistero il bambino ha potuto utilizzare la nuova capacità del “pensiero”  saranno entusiasti della scoperta e per tanta fierezza andranno subito a svelarlo ai più piccoli!

Non temete per loro. Il pensiero è ancora alla fase precedente in cui realtà e finzione sono indistinguibili  perciò per quanto il dubbio si sia insinuato, continueranno a credere in ciò che li rende felici…

 

Flavia

 

@flavia_educhiamali

@flavia_educhiamali

Counselor

Dunque io sono Flavia, sono Counselor socioclinica e dottoressa in psicologia dello sviluppo.

Sono una formatrice e ho lavorato per molti anni come educatrice all’interno di asili nido e scuole dell’infanzia. 

Sono una mamma e tutto quello scritto sopra con  le mie figlie conta poco.

Amo lavorare con genitori e bambini, entrare nel loro mondo, metterli in connessione e vedere come la loro relazione cambia e li renda finalmente felici!

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