Rubrica “La psicologa delle neomamme” –

Neomamme e senso di colpa

 

 

Alzi la mano chi si è sentita in colpa, almeno una volta, da quando è diventata mamma!”

In una manciata di secondi, una serie di mani si sono alzate contemporaneamente…

Questa scena accadeva durante un incontro di gruppo per neomamme, durante il quale ebbi modo di constatare che tutte le presenti avevano alzato la mano. In effetti, l’esperienza del senso di colpa, purtroppo, sembra accomunare tutte le donne che hanno un figlio.

Sembra proprio che le madri non possano sfuggire a quella morsa interiore della colpa, a quella scomoda e pervasiva sensazione che le porta a sentire di non fare mai abbastanza e, per questo, a sentirsi in colpa.

Probabilmente questo tipo di esperienza suonerà familiare anche a te.

Il senso di colpa che sperimenti come madre ti porta a sentirti “colpevole”, appunto, di non fare (o di non aver fatto) le scelte giuste per il tuo bambino, di aver adottato dei comportamenti che potrebbero “rovinare” tuo figlio o, addirittura, “traumatizzarlo”.

È un’emozione complessa quella della colpa, che ti invade interiormente e ti fa sentire un peso sul petto, nell’anima: è la voce del “dovrei fare questo e invece…”; è il confronto costante: “le altre mamme sono/fanno, mentre io…”; è il rumore di sottofondo nella tua testa che non ti abbandona (quasi) mai.

Ci sono infinite ragioni per cui puoi sentirti in colpa: perché non hai allattato, perché sei rientrata a lavoro e hai affidato il tuo bambino alle cure di qualcun altro, perché ti sembra di non dedicare abbastanza tempo al gioco con tuo figlio (a volte, senti che non hai proprio voglia di giocare con lui, e allora sì che il senso di colpa ti pervade). Ti senti in colpa quando ti capita di aggrapparti al tablet come àncora per poter intrattenere il tuo bambino e riuscire, finalmente, a sistemare la cucina. Perdere la pazienza e urlare sono altri fattori che scatenano in te la colpa, così come quello di renderti conto di desiderare del tempo per te e, in quelle rare occasioni in cui riesci a ritagliarti uno spazio solo tuo, ti senti in colpa perché riconosci di star bene lontana da tuo figlio.

Insomma, sembra quasi che il senso di colpa sia un elemento imprescindibile per una madre, un gadget non richiesto offerto in dotazione nel “pacchetto maternità”.

Le origini del senso di colpa possono essere ricondotte a tratti di insicurezza personale e ad una scarsa fiducia in te stessa ma, soprattutto, alle pressioni che provengono dal contesto socio-culturale in cui sei immersa, ai messaggi familiari che hai ricevuto e che continuano a risuonare dentro di te.

Un rapido scorrimento del feed di Instagram ti mostrerà centinaia di post relativi a ciò che altre mamme sembrano fare così bene: divertenti attività educative, oppure allattare beatamente il proprio bambino (Ricorda: quella è una visione del tutto parziale della realtà che vive quella madre) e tu ti senti improvvisamente in colpa, perché, ti senti così diversa da loro e non una brava mamma per tuo figlio.

Anche le raccomandazioni formali degli “esperti” possono suscitare in te sentimenti di inadeguatezza e, di conseguenza, senso di colpa.

Per esempio:

Fai stare tuo figlio all’aperto, ma tieni pulita e in ordine la tua casa per favorire l’esplorazione del bambino!

Devi tornare a lavoro, ma dedica del tempo a tuo figlio!

Prenditi cura di te stessa, ma non a costo di togliere del tempo al tuo bambino!

Le contraddizioni e le aspettative sono illimitate e alimentano in te la sensazione di essere una “cattiva” mamma.

Devi tener presente che esiste un senso di colpa “positivo”, cioè funzionale, ed è quello che si attiva quando riconosci che, effettivamente, hai fatto del male a qualcuno. In questo caso, la colpa ti serve per poter riparare quel danno (magari chiedendo scusa e perdono, facendo un’azione riparativa concreta a favore della persona danneggiata).

Ma poi c’è il senso di colpa che scaturisce quando una decisione che senti essere la migliore per tuo figlio, per te e per la tua famiglia viene messa in discussione dal confronto con qualche fattore esterno (commenti di altre persone, immagini sui social, pressioni familiari, etc..).

Ad esempio, supponiamo che tu abbia deciso o sia costretta a tornare a lavoro e che hai scelto di nutrire il tuo bambino con il latte artificiale, per una serie di validi motivi personali e logistici. Un giorno una tua amica/conoscente pubblica un post sul profondo legame che sente di avere con il suo bambino mentre lo allatta, aggiungendo, magari, anche i vari benefici fisici ed emotivi dell’allattamento al seno. (Per essere chiari, non c’è niente di sbagliato nel condividere questo tipi di contenuti personali, e l’amica di questo esempio non sta cercando di far sentire inadeguata nessuno).

Ma tu, che vedi quel post mentre stai cercando di fare il meglio che puoi per organizzare la tua nuova vita e provi un po ‘di tristezza per il fatto di aver preso la decisione di utilizzare il latte in formula, potresti sentirti toccata da quei contenuti e avvertirli come un riflesso del tuo essere inadeguata: ecco che il senso di colpa potrebbe farsi sentire.

Come gestire il senso di colpa?

Vediamo adesso qualche spunto utile che puoi tenere a mente quando senti emergere il senso di colpa dentro di te.

  1. Individua le origini della colpa

Immergiti nelle ragioni per cui ti senti in colpa: chiediti se ciò che ti fa sentire in colpa è legato a qualche errore “oggettivo” o se, invece, è il risultato di aspettative irrealistiche che hai su te stessa, oppure se deriva da pressioni che ricevi dall’esterno o da tue esperienze personali pregresse.

Quando senti affiorare il senso di colpa, prendi nota, in tempo reale, dei fattori che scatenano in te questa emozione e le sensazioni associate: è molto utile vederli scritti nero su bianco perché ti aiuta ad osservarli, a prenderne le distanze, ridimensionando l’impatto che hanno su di te. 

  1. Connettiti con i tuoi valori

Ripensa a quali sono i valori fondamentali che orientano la tua vita e chiediti se quel senso di colpa ti è utile a migliorarti e ad andare nella direzione dei tuoi valori o se, al contrario, non fa altro che buttarti giù e farti sentire incapace. In questo secondo caso, lascia andare il senso di colpa: piuttosto che combattere la colpa, mettila da parte e torna a rivolerti verso ciò che davvero è costruittivo per la tua vita di donna e di madre.

  1. Fai pulizia di persone/situazioni nocive

Sei circondata da persone che condividono i tuoi valori e li rispettano? Senti di condividere tempo e spazio con persone rassicuranti, da cui ti senti compresa e sostenuta? Se così non fosse, non aver paura di prendere le distanze da coloro che non fanno altro che criticarti, farti sentire “sbagliata”, dirti cosa è giusto o sbagliato. Restringere e selezionare il gruppo di persone con cui ti confronti può aiutarti a non alimentare il senso di colpa e a coltivare maggiore fiducia in te stessa.

  1. Ascolta il tuo intuito

L’intuizione della madre non è un mito, ma piuttosto una preziosa fonte di saggezza interiore che le donne, nel corso dei secoli, hanno utilizzato per mantenere i propri figli sani e salvi. Se senti dentro di te che una determinata decisione è la migliore per voi, in quel momento, indipendentemente da cosa dicono i manuali, gli esperti, tua madre, la vicina di casa, percorrila e lascia andare il senso di colpa.

In alcuni casi, il senso di colpa materno può essere così pervasivo da inibire le capacità genitoriali: se avverti che il sentimento della colpa genera in te alti livelli di ansia e stress, può essere necessario parlarne con un professionista per approfondirlo meglio e aiutarti a riacquistare fiducia nelle tue risorse e capacità.

 

Dott.ssa Irene Bernardini

@la_psicologa_delle_neomamme

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Rubrica psicologia perinatale

Ciao, mi chiamo Irene, sono una psicologa clinica, esperta in psicologia perinatale.

Mi piace definirmi “la psicologa delle neomamme” perché credo profondamente che la sfida della maternità sia una delle più difficili e stravolgenti che una donna si trovi a vivere. Proprio per questo sento che meriti un’attenzione e una dedizione particolari.

Nel mio lavoro, infatti, aiuto le neomamme ad entrare nel nuovo ruolo, affrontando paure, insicurezze, vergogna e sensi di colpa.

Le aiuto a lasciar andare l’ideale di mamma “perfetta” e ad abbracciare il loro modo, unico ed irripetibile, di essere madre.

Le incoraggio a prendersi cura di se stesse, a riconnettersi con i propri bisogni e desideri, riscoprendo le proprie risorse e potenzialità.

La rubrica “una psicologa per le neomamme” vuole essere uno spazio di condivisione di contenuti informativi e di ispirazione per tutte le donne che stanno per diventare madri o che madri lo sono diventate da poco.

Non troverai consigli e indicazioni su ciò che è meglio fare o non fare per essere una “brava” mamma, ma ci saranno spunti di riflessione per dare spazio e voce ad una nuova visione della maternità quanto più reale e autentica possibile, libera da stereotipi, pregiudizi e idealizzazioni.

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