La Process Art, nota anche come Antiform (antiforma), è un movimento artistico nato negli anni ’60 tra Stati Uniti ed Europa e riconosciuto a tutti gli effetti dalla comunità artistica internazionale. Nasce in contrapposizione alla Minimal Art, una tendenza molto rigida, dalle caratteristiche geometriche e seriali. Lo scopo di questa corrente artistica, ancora poco nota, è quello di incoraggiare il pensiero originale esaltando l’esperienza creativa e lasciando in secondo piano il risultato finale.
Per la sua semplicità, la Process Art risulta la tecnica ottimale da adottare per i primi approcci dei bambini al mondo dell’arte, dei colori e della creatività. Concentrarsi totalmente sul processo creativo infatti, permette di: liberare la propria vena artistica attraverso l’esplorazione e l’autoconoscenza; ascoltare e sviluppare il proprio intuito ed istinto creativo; apprendere gli aspetti positivi della cooperazione condividendo spazi, idee e materiali; superare la paura dell’errore, accettarlo e trasformarlo in opportunità.
Nella Process Art infatti l’errore è pressochè inesistente. Questo perchè non esiste errore nell’esprimere se stessi attraverso l’arte.
Nonostante ciò, si può comunque incappare in incidenti di percorso ( la tempera che cade sul foglio, la carta che si strappa, i colori che si mischiano accidentalmente, ecc…). In questi casi il genitore/ operatore dovrà cercare di accompagnare il bambino ad accettare ed accogliere l’inconveniente e, perché no, provare a tramutarlo in qualcosa di positivo. Con il tempo e con tanta pratica, grazie a questa prospettiva, lo sbaglio non verrà più percepito come un ostacolo ma come un’opportunità, non solo nell’ambito artistico ma nella vita in generale.
Inoltre il fatto che l’attenzione non venga focalizzata sul risultato finale, fa sì che il bambino lavori in maniera serena, bypassando quell’ansia da prestazione generata dal dover raggiungere un obiettivo preciso e predefinito.
A primo impatto, le creazioni di Process Art (in particolare quelle cosiddette “open ended”) possono dare l’impressione di non avere un senso, un significato preciso. Questo perchè solitamente noi adulti siamo abituati all’apparente perfezione dei “lavoretti”. Ma cosa si nasconde davvero dietro quegli schizzi di colore che a noi sembrano casuali? C’è un grande lavoro di sperimentazione, di creatività, di concentrazione. È il nostro bambino che cerca di comunicare il suo modo di vedere le cose, la sua personale prospettiva, sviluppando appunto il suo pensiero originale!
Ogni genitore, anche chi pensa di non avere un’indole creativa, può accompagnare e guidare il proprio bambino nel mondo dell’arte. Questo perché loro hanno solamente bisogno di una figura che li supporti, che gli offra dei consigli quando richiesti e che li aiuti dal punto di vista logistico e dell’organizzazione…a tutto il resto penseranno da soli perché in fondo ogni bambino è già di per sé un artista.
D’altronde proprio il grande Picasso parlava di se stesso dicendo: “A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino”.
Effetti positivi della Process Art sui bambini:
- sviluppo della motricità fine
- sviluppo della creatività e immaginazione
- problem solving e accettazione dell’errore
- abilità decisionali
- sviluppo della concentrazione
- accettazione e superamento dei propri limiti
- sviluppo delle percezioni sensoriali
- conoscenza di nuove tecniche artistiche
- cooperazione, collaborazione e condiviose (nel caso di lavoro in gruppo)
A presto!
Alessandra