Quali competenze, abilità, conoscenze, dovrebbe aver acquisito un bambino che si prepara ad andare alla scuola primaria? Cerchiamo di scoprire insieme cosa sono i famigerati prerequisiti!

 

Vado alla scuola primaria

Quali competenze, abilità, conoscenze, dovrebbe aver acquisito un bambino che si prepara ad andare alla scuola primaria? Deve conoscere le letterine dell’alfabeto? Deve saper stare fermo immobile per almeno due ore? Cerchiamo di scoprire insieme cosa sono i famigerati “prerequisiti” che le maestre di scuola primaria si aspettano (o piuttosto, sperano) di trovare in ogni bimbo che varca la soglia della scuola primaria.

Il primo grande bias è costituito dall’idea che alla scuola primaria si insegni soltanto a leggere e a scrivere (e a far di conto, tanto per usare espressioni desuete ma ancora in circolazione). L’apprendimento della letto-scrittura e delle abilità di numero e calcolo è vincolato in un rapporto di subordinazione alla presenza di alcune competenze dette, in termini prettamente maestresi, prerequisiti.

Questi sono abilità cognitive di base che fungono da fondamenta per la costruzione delle successive attività scolastiche. Un po’ come i mattoncini di una casa, le competenze che i bimbi acquisiranno nel corso della scuola primaria devono poggiare su basi solide: sono passaggi ineludibili, cioè senza di essi non si può fare il passo in avanti. Una buona parte di questi prerequisiti si acquisiscono negli anni: si pensi, ad esempio, al lessico, alla capacità di raccontare, di concentrarsi, di portare a termine un piccolo lavoro, la discriminazione di suoni simili, la cura nella pronuncia… L’elenco è davvero molto lungo.

scuola primaria

Tuttavia, è durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia che i bambini svolgono, in maniera specifica, una serie di attività di pregrafismo, prelettura, lavoro attivo su numeri e quantità, proprio in preparazione della tanto agognata prima. Le maestre o gli stessi genitori possono, tuttavia, rendersi conto che non tutte queste abilità risultano pienamente o sufficientemente acquisite.

In qualità di docente, mi capita spesso di valutare bambini che si apprestano ad andare in prima, o appena entrati, poiché queste difficoltà potrebbero, in alcuni casi, indicare la manifestazione di un disturbo dell’apprendimento latente e la necessità di un percorso specifico di supporto o di recupero presso un professionista, come logopedisti, pedagogisti, psicomotricisti.

Cercherò di fare un quadro essenziale delle abilità di cui sopra. Mi preme sottolineare che quanto riportato in questo articolo non ha carattere medico. Pertanto, se si dovesse sospettare una difficoltà specifica del bambino o la mancanza di una competenza attesa, si renderà necessario rivolgersi al pediatra di fiducia, che saprà sicuramente indirizzare i genitori.

 

Quali competenze è necessario avere alla scuola primaria

 

Prima ancora di saper leggere e scrivere, i bambini devono riuscire a manipolare mentalmente i suoni delle parole: scomporli, ricomporli, riflettere sulle loro caratteristiche, somiglianze e differenze. Questo permette ai bambini di acquisire la corrispondenza tra i fonemi (i suoni del linguaggio) ed i grafemi (le lettere scritte). Si chiama competenza meta fonologica e la si può raggiungere giocando con le paroline: dividere una parolina in sillabe battendo le mani, riconoscere parole che fanno rima tra loro, riconoscere parole che iniziano con la stessa sillaba, distinguere e classificare le parole “lunghe” da quelle “corte”, mescolare o fondere mentalmente più sillabe in sequenza per riconoscere la parola, riuscire a dire una parola senza la sillaba iniziale o finale. I bambini che mostrano difficoltà nelle attività metafonologiche, potrebbero faticare di più nell’apprendimento della letto-scrittura.

Alla soglia dei 6 anni, i bambini devono aver acquisito una buona capacità di coordinare ed integrare tra loro la percezione visiva ed i movimenti della mano e delle dita. Si chiama abilità oculo-manuale. Questa competenza, detta anche di integrazione visuo-motoria, assume un ruolo basilare nell’apprendimento della scrittura e, se non è sufficientemente acquisita, rischia di creare difficoltà al bambino già durante il primo anno di scuola primaria.

Nello specifico, i bambini dovrebbero essere in grado di ricopiare correttamente figure come un quadrato ed un triangolo dentro uno spazio definito, seguire un percorso grafico con una discreta precisione, ritagliare da soli il disegno di una casetta o altri profili, usare 6 cubetti per costruire la configurazione 3D di un’immagine, ricopiare qualche letterina in stampatello, anche se in modo non preciso, riuscire a scrivere il proprio nome, colorare all’interno dei confini del disegno, sia con i pennarelli, che con i pastelli.

L’apprendimento della letto-scrittura prevede, come meccanismo base, l’abilità di conversione dal codice orale (suoni del parlato) al codice scritto (grafemi o lettere) e viceversa. Il bambino sviluppa fin dai primissimi mesi di vita la capacità di analizzare suoni ed immagini, poiché queste competenze hanno da subito un ruolo primario in tutte le aree dello sviluppo. Crescendo, queste abilità si affinano sempre di più, e all’ingresso in scuola primaria i bambini sono in grado di riconoscere le lettere uguali tra le altre, identificare la lettera corretta, avendo il modello, tra più lettere simili, distinguere se due parole molto simili tra loro sono uguali o no, solo ascoltandole, individuare una figura disegnata all’interno di uno scarabocchio.

Attenzione e memoria sono due funzioni cognitive trasversali, ossia che hanno un ruolo fondamentale per quasi tutte le nostre competenze, non solo scolastiche. In maniera specifica, però, i bambini che si preparano alla scuola primaria devono aver sviluppato una buona competenza di attenzione sostenuta e selettiva, cioè indirizzata in modo consapevole, quindi mantenere l’attenzione per almeno 10-15 minuti, in un’attività a tavolino (ad esempio giocando con un puzzle), restare focalizzati su un’attività senza farsi distrarre da altri stimoli, mantenere il focus attentivo su uno stimolo sia a livello visivo sia a livello uditivo ed una buona memoria di lavoro fonologica.

scuola primaria

Questa rappresenta la capacità del bambino di trattenere in memoria informazioni di tipo verbale (diciamo in una specie di “magazzino”) e di poterle manipolare per il tempo necessario ad un compito di lettura, scrittura, apprendimento di parole nuove, comprensione del testo, ma anche nelle attività di numero e calcolo. Ponendolo come un gioco, osservate se il vostro bambino, in questa fase è in grado di ripetere correttamente una parola di 3 sillabe, inventa o mai sentita, ricordare una sequenza di 3-4 numeri o parole, senza errori, ripetere senza errori una frase di 6-7 parole.

La denominazione rapida è un’altra competenza richiesta, che rappresenta l’abilità di “dire velocemente” il nome di immagini semplici (colori, oggetti comuni), che sono disposti su un foglio uno accanto all’altro, come se fossero parole di un testo, seguendo la direzione della lettura, da sinistra verso destra. Questo meccanismo di riconoscere lo stimolo, reperire e dire velocemente il nome e, contemporaneamente, spostare già l’occhio sullo stimolo successivo, rappresenta il meccanismo alla base del processo di lettura.

Diversi studi hanno evidenziato come una buona abilità di denominazione rapida già presente nei bambini di fine scuola dell’infanzia, corrisponda poi ad una maggiore correttezza e rapidità di decodifica nella vera e propria lettura. Per questo motivo risulta utile valutarla ed allenarla prima ancora che avvenga l’apprendimento scolastico.

 

Federica

@maestropuntozero

@maestropuntozero

Insegnante di scuola primaria

Sono Federica, un’insegnante di scuola primaria in Italia dal 1995, nonché mamma di due bambini che cerco di educare secondo i miei principi, ma ho anche esperienze di insegnamento a Londra. Sono orgogliosa di aver pubblicato il saggio Homo Viator, e ultimamente di aver partecipato a dirette radiofoniche e televisive su topic educativi.

@maestropuntozero è un progetto nato con l’idea di innovare i capisaldi della professionalità docente inerenti l’ambiente, la comunicazione e la didattica multidisciplinare attraverso dei contenuti multimediali che aiutino sia i nuovi insegnanti ad inserirsi con efficacia e sicurezza nell’ambiente scolastico sia i docenti più navigati ad innovare i propri metodi nell’ambito di una scuola sempre più digitale.

Il progetto è nato nel 2009 come una serie di schede di aiuto per le insegnanti, si è evoluto con dei quadernoni didattici che venivano usati «in amicizia» tra colleghi e si è concretizzato ad inizio gennaio 2019 con l’apertura di un profilo Instagram con fruizione anche del nuovissimo streaming IGTV e sul quale vengono condivisi dei contenuti per la maggior parte video, nei quali vesto i panni di una «teaching coach», ovvero condivido esperienze, idee, opinioni miscelando autoironia, racconto di aneddoti e professionalità, interagisco attivamente con i miei followers e dispenso consigli e suggerimenti motivazionali che possano portare a credere sempre di più nelle missioni ultime dell’insegnamento: lo sviluppo educativo e personale dell’alunno e la propria crescita individuale dell’insegnante a contatto con i propri studenti.

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