Rubrica “La psicologa delle neomamme” –

Oltre il maternity blues: la sofferenza psicologica nel periodo perinatale

 

 

Sono già trascorse alcune settimane da quando è nato il tuo bambino, ma continui a non sentirti bene. Anzi, ti senti proprio a disagio, come se fossi immersa in un perenne stato di malessere che rende completamente grigi i tuoi giorni.

Non è stato amore a prima vista con il tuo bambino. Non c’è stata felicità e gioia al primo sguardo (e nemmeno al secondo o al terzo!). Non senti quella connessione di cui tutti parlano. Niente sembra essere come ti eri immaginata.

Il periodo che segue la nascita di un figlio può rivelarsi decisamente sconcertante e spiazzante per alcune donne. In effetti, è possibile che, dopo il periodo del cosiddetto “maternity blues”(puoi approfondire nell’articolo “I vissuti della donna dopo il parto: tutte le emozioni contano”), tipicamente circoscritto nel tempo e nell’intensità dei vissuti che lo caratterizzano, tu permanga in uno stato di profonda tristezza, paura, ansia, irritabilità che ti impedisce di sentirti bene con te stessa e con il tuo bambino.

Si parla di stress post-partum per indicare quella condizione di malessere, caratterizzata da uno stato emozionale prevalentemente negativo, che può presentarsi nelle prime sei settimane dopo il parto (circa).

Non è ancora del tutto chiaro se questa esperienza di stress post natale possa presentarsi in modo autonomo e indipendente dalla depressione e dall’ansia o se, invece, costituisca un fattore critico che può contribuire all’emergere di un disturbo depressivo e/o di tipo ansioso. Infatti, questo stato di distress può rappresentare una fisiologica risposta di adattatamento alla profonda transizione che stai vivendo (che implica radicali trasformazioni a livello fisico, psicologico, relazionale e sociale), ma se protratto nel tempo, può costituire un fattore di rischio per l’insorgere di problematiche più importanti, quali ansia, depressione, difficoltà emotive e relazionali. Per questo motivo è assolutamente indispensabile un monitoraggio costante dei tuoi stati d’animo e dei tuoi vissuti nelle settimane successive al parto.

Il livello di distress materno può variare da lieve a grave: in particolare, un basso livello di distress può comportare un senso di preoccupazione, inquietudini relative al tuo nuovo ruolo, timori e paure di moderata entità.

Al contrario, un alto livello di distress può essere caratterizzato da uno stato di infelicità costante, vissuti depressivi e ansiosi, nonché da profonde difficoltà nell’adattarsi al nuovo ruolo e nel fare affidamento sulle tue risorse. Potresti sentirti incapace di prenderti cura di te stessa e di tuo figlio e faticare nella relazione con il bambino, con il partner, nonché con i tuoi familiari e amici.

Le sfumature con cui ogni donna vive il periodo del post-partum sono infinite e variegate: non tutti i sentimenti di stress e le difficoltà che vivi devono essere etichettati come patologici, ma è comunque importante riconoscerli e approfondirli, in quanto, se prolungati, potrebbero comportare un peggioramento significativo del tuo livello di benessere psicologico.

La sofferenza psicologica che puoi sperimentare nel post partum può assumere varie forme e dimensioni ed è utile conoscerne, almeno a grandi linee, alcuni tratti principali, in modo da acquisire una maggiore consapevolezza che potrà esserti utile per poter chiedere, eventualmente, aiuto.

Passiamo quindi in rassegna i quadri clinici di sofferenza psicologica più rilevanti che una donna può sperimentare dopo la nascita del bambino e che vanno al di là del “maternity blues”.

Depressione post partum

In generale, questo termine richiama una categoria diagnostica molto ampia, in cui rientrano vari disturbi dell’umore del periodo postnatale, che variano per intensità (da lieve a grave) e che si manifestano entro il primo anno di vita del bambino.

I sintomi principali della depressione post partum includono:

tendenza al pianto, insonnia, stanchezza, agitazione, tristezza pervasiva e disperazione, facile irritabilità, difficoltà di concentrazione, calo dell’energia, senso di colpa, pensieri intrusivi e disturbanti, pensieri suicidari.

La depressione post-partum interessa circa il 10-20% delle madri: può manifestarsi dopo la nascita di qualunque figlio, non soltanto dopo il primo e le donne che hanno già sofferto di depressione post partum hanno più probabilità di avere una ricaduta depressiva.

Ansia perinatale

Gli studi mettono in evidenza che l’ansia sembra essere tanto comune quanto la depressione e che possa costituire di per sé un sintomo della depressione post partum. Alcune donne possono manifestare preoccupazioni costanti e marcate, associate a manifestazioni fisiche, quali nausa, disturbi gastrointestinali o disturbi del sonno. Questo tipo di ansia è detta “generalizzata”, in quanto interessa diversi aspetti ed eventi della vita della persona e genera inquietudine, tensione e agitazione che interferiscono in modo significativo nelle attività quotidiane.

Alcune donne possono vivere episodi ricorrenti di panico, caratterizzati da elevati livelli di paura e terrore inaspettati, in quanto tali vissuti emergono apparentemente dal nulla. A questi si associano sintomi fisici, quali palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori, difficoltà di respirazione, dolore al petto. Si stima che circa l’11% delle madri possa soffrire di disturbo di panico nel periodo postnatale.

Disturbo ossessivo-compulsivo post partum

Questo tipo di sofferenza prevede la presenza sia di ossessioni, ovvero di pensieri intrusivi e indesiderati persistenti che generano nella donna ansia e disagio significativi, sia di compulsioni, ovvero di comportamenti che la persona non può fare a meno di attuare in risposta ad un’ossessione, al fine di ridurre o prevenire l’ansia e il disagio.

Disturbo da stress post traumatico

Questo tipo di disturbo può innescarsi in seguito ad un’esperienza di parto traumatico, in cui la donna è stata esposta a rischio di morte, cesareo d’urgenza, esperienze particolarmente dolorose e “violente”. Tra i sintomi ricorrenti si rintracciano: frequenti ricordi dell’evento traumatico che provocano disagio intenso e prolungato, forti reazioni emotive e fisiche di fronte ad elementi che sono associati al trauma, stato di ipervigilanza e difficoltà di addormentamento, flashback e incubi ricorrenti, tendenza ad evitare stimoli che sono associati all’evento traumatico, sentimenti di distacco ed etraneazione. La donna può, inoltre, incontrare difficoltà nel ricordo di alcuni aspetti dell’evento e un’incapacità a sperimentare emozioni positive, unita ad un calo dell’interesse verso attività per lei significative.

Psicosi post partum

Viene definita anche psicosi puerperale, ma è una condizione decisamente rara (interessa solo lo 0.1% delle puerpere). Solitamente compare entro poche settimane dal parto ed è caratterizzata da sintomi psicotici, quali allucinazioni, delirii, comportamenti e pensieri bizzarri, stato confusionale.

Questo disturbo non corrisponde affatto ad una depressione particolarmente grave, ma rappresenta una condizione patologica a sé stante, che può essere innescata da un episodio/disturbo bipolare oppure da una depressione maggiore che presenta caratteristiche psicotiche.

Questa breve rassegna delle condizioni cliniche più rilevanti che possono comparire nel post partum non ha la pretesa di essere esaustiva e non ha lo scopo di spaventarti o di sollecitare in te ansie e preoccupazioni, ma ha l’obiettivo di aggiungere un po’ di consapevolezza in più rispetto alle zone d’ombra più marcate che possono caratterizzare alcune esperienze di maternità. L’obiettivo, infatti, è metterti al corrente di quei segni e sintomi che puoi utilizzare per osservare te stessa e/o altre donne a te vicine e poter riconoscere se e quando è necessario chiedere aiuto ad un professionista.

 

Bibliografia

Psicologia clinica perintale (2018), Quatraro R.S.; Grussu P. Ed. Erikson

Guarire dalla depressione post partum (2017), Kleiman K.; Ed. Erikson

 

Dott.ssa Irene Bernardini

@la_psicologa_delle_neomamme

@la_psicologa_delle_neomamme

Rubrica psicologia perinatale

Ciao, mi chiamo Irene, sono una psicologa clinica, esperta in psicologia perinatale.

Mi piace definirmi “la psicologa delle neomamme” perché credo profondamente che la sfida della maternità sia una delle più difficili e stravolgenti che una donna si trovi a vivere. Proprio per questo sento che meriti un’attenzione e una dedizione particolari.

Nel mio lavoro, infatti, aiuto le neomamme ad entrare nel nuovo ruolo, affrontando paure, insicurezze, vergogna e sensi di colpa.

Le aiuto a lasciar andare l’ideale di mamma “perfetta” e ad abbracciare il loro modo, unico ed irripetibile, di essere madre.

Le incoraggio a prendersi cura di se stesse, a riconnettersi con i propri bisogni e desideri, riscoprendo le proprie risorse e potenzialità.

La rubrica “una psicologa per le neomamme” vuole essere uno spazio di condivisione di contenuti informativi e di ispirazione per tutte le donne che stanno per diventare madri o che madri lo sono diventate da poco.

Non troverai consigli e indicazioni su ciò che è meglio fare o non fare per essere una “brava” mamma, ma ci saranno spunti di riflessione per dare spazio e voce ad una nuova visione della maternità quanto più reale e autentica possibile, libera da stereotipi, pregiudizi e idealizzazioni.

Ig
Sito web
Fb