Un albo illustrato che profuma di fiori selvatici, erba di campo e terra umida. Può un odore passare attraverso la pagina stampata? Briony May Smith ci riesce benissimo nella sua ultima opera: Margherita e l’unicorno, edito da Il Castoro.

L’autrice (famosa con L’autunno della piccola oca e É primavera Orsetto!) grazie allo stile delle sue illustrazioni e all’uso del colore, riesce a trasportarci nel paesaggio scozzese immergendoci nella natura selvaggia. Ci fa respirare l’aria frizzante, le atmosfere terrose della campagna, ci sorprende con i giochi di luce e ombre tra le foglie.

La storia narra della piccola Margherita, alle prese con il trasloco dalla sua vecchia casa a un cottage sulle montagne, per stare vicini alla nonna. Si sente tutto il suo smarrimento del trovarsi in un ambiente nuovo, dove anche gli odori non la rappresentano. Su consiglio del padre, si avventura nei dintorni. Arrivata fino alla scogliera sul mare, vede passare una mandria di unicorni. Sorpresa, la bambina corre verso casa per avvisare i genitori, ma nel rientrare trova un piccolo unicorno con la zampa impigliata nell’erba.

Così lo prende in braccio e lo porta a casa. Apre la porta la nonna, che le spiega tutti i segreti sugli unicorni. In autunno gli unicorni emigrano in paesi più caldi, per poi tornare in primavera, quando ginestre e denti di leone iniziano a fiorire sulle colline. Gli unicorni, infatti, si cibano di fiori e bevono acqua bagnata dalla luce della luna. Margherita, con l’aiuto di tutta la famiglia, comincia così a prendersi cura del cucciolo

 

Margherita e l'unicorno

 

Pagina dopo pagina, vediamo il loro legame farsi più forte, mentre la bambina si sente sempre più a suo agio nei posti nuovi e la nostalgia della vecchia casa scompare. Le stagioni scorrono una dopo l’altra. L’autunno lascia il posto all’inverno, il rosso delle foglie al bianco della neve, in salotto si monta l’albero di Natale e in cucina si sfornano biscotti profumati. E così arriva la primavera, e Margherita sa che si avvicina il momento in cui tornerà la famiglia del suo piccolo amico e lo dovrà salutare.

L’addio è triste e dolce al tempo stesso. Ma come in tutti i legami che segnano nel profondo, non si tratta di un vero addio ma di un arrivederci. Margherita e l’unicorno si incontreranno ancora, anche se entrambi saranno cambiati, perché cresciuti. Lui sarà molto più grande e senza il mantello da cucciolo, lei, sarà finalmente serena perché avrà fatto di questi posti la sua casa, integrandosi e facendo nuove amicizie.

Ho amato questo albo che mi ha attratta fin dalla copertina: colori bruni e caldi, i tratti delle illustrazioni morbidi e accoglienti insieme alla presenza dell’elemento magico dell’unicorno. Per la prima volta vedo un unicorno rappresentato in toni meno accesi del solito (non è il classico unicorno rosa luccicante di lustrini e pailettes per intenderci!) e perfettamente integrato in un’ambientazione realistica. Non vive nell’immaginazione della bambina, ma è un animale in carne e ossa (e magia!) riconosciuto da tutti, parte della vita di quei territori. E questo si spiega forse anche dal fatto che l’unicorno è l’animale nazionale della Scozia. La tradizione si lega così all’elemento magico, dando vita a una storia in cui magia e realismo si intrecciano alla perfezione.

Un albo illustrato che parla di amicizia, di crescita e di distacco, e anche della capacità di risollevarsi da quel senso di spaesamento e nostalgia dato dagli importanti cambiamenti della vita, come può essere un trasloco. È l’amicizia, ma prima ancora la cura e le attenzioni gentili verso un altro essere umano, che permettono alla bambina di attraversare quei sentimenti difficili da gestire. Non solo, perché credo che un contributo fondamentale lo dia la bellezza incontaminata e selvaggia della natura che la circonda. La natura che si fa personaggio vero e proprio, luogo di scoperta e meraviglia, spazio in cui perdersi (lo smarrimento della bambina nella sua prima passeggiata in solitaria è palese), e allo stesso tempo ritrovarsi. L’autrice con le sue splendide illustrazioni riesce a farci fare un viaggio in luoghi inesplorati, stagione dopo stagione, ci abituiamo alla selvatichezza dei luoghi così che al termine della lettura anche noi, come Margherita, ci sentiamo a casa in quel cottage di montagna, immersi nella natura, tra i campi fioriti di erica e cardi.

 

Maria


@la.nuvola.mangiastorie

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Libri per l'infanzia

Sono Maria, mamma di due e bibliotecaria. Appassionata di letteratura per l’infanzia, credo nel valore della lettura per la crescita e lo sviluppo del bambino, per una conoscenza del mondo che sia aperta e variegata.

Amo la potenza dell’albo illustrato: come crocevia di parole e illustrazioni, voce e immagini, diventa una chiave per aprirsi alla bellezza. E non ci sono limiti d’età, è un gioco adatto dagli zero ai 99 anni!

Leggo sempre, per i miei bambini, per lavoro, per me. È un rifugio, un porto sicuro, ma allo stesso tempo mi permette di viaggiare lontano.

Su Instagram sono La Nuvola Mangiastorie, il mio spazio dove mi piace condividere le mie passioni: i libri per bambini che più ci hanno colpito, qualche esperienza del mio lavoro da bibliotecaria, i libri per ragazzi che mi hanno lasciato il segno.

Ig