Il linguaggio nei bambini: se qualcosa non va?
Nell’articolo precedente “Come si sviluppa il linguaggio nei bambini?” abbiamo descritto quello che viene definito un normale sviluppo del linguaggio, quali sono le premesse fondamentali e che cosa sostiene questo processo.
Tuttavia, a volte può succedere che vi sia un impedimento o un ostacolo lungo il percorso che porta alla piena maturazione del linguaggio.
Questo impedimento può trovarsi all’inizio del percorso (fino dalla nascita), oppure essere dovuto a cause esterne e dunque verificarsi durante lo sviluppo del bambino.
I disturbi specifici del linguaggio (DSL)
Per definizione sono quei disturbi in assenza di deficit:
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Neurologici centrali o periferici
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Dello sviluppo cognitivo
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Dello sviluppo emotivo-comportamentale, educativo e ambientale
E quali sono gli accertamenti clinici per la diagnosi di difficoltà specifica nell’acquisizione del linguaggio?
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Test d’Intelligenza (intelligenza verbale inferiore all’intelligenza di performance)
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Test Audiometrico (udito nella norma)
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Esame Neurologico (assenza di lesioni)
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Indagine Psicologica (assenza di problemi affettivi ed emozionali)
Dati epidemiologici:
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insorgenza 3-7 anni
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interessa il 5-7% della popolazione prescolare
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interessa il 2% della popolazione scolare
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3-4 maschi ogni femmina
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familiarità per il disturbo
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cause: fattori neuroanatomici/neurotrasmettitori (disturbo dell’elaborazione percettiva)
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tende a miglioramento spontaneo, ma difficilmente a remissione completa
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evolve spesso in disturbo di apprendimento (il 40% dei disturbi di apprendimento sono pregressi DSL).
Descrizione del disturbo:
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ritmo di acquisizione rallentato
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assenza di una chiara sequenza di frasi
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rigidità nell’applicazione di regole, difficoltà nella flessibilità del codice linguistico
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dissociazione inter e intra componenti del sistema linguistico
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sviluppo comunicativo e linguistico tipico, ma in ritardo per quanto riguarda: la comparsa di typess lessicali, la combinazione di parole, la morfologia, l’ordine sintattico e la fonologia.
DISTURBO DELL’ARTICOLAZIONE
Questi bambini presentano un ritardo nello sviluppo dell’articolazione dei suoni. Si tratta della forma più frequente di disturbo specifico del linguaggio nei bambini più piccoli (3-6 anni). Non riescono a pronunciare correttamente alcuni suoni, in genere quelli che si acquisiscono più tardi e che corrispondono ai fonemi più complessi.
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In questo tipo di disturbi, la terapia del linguaggio è in genere molto efficace e deve essere iniziata quanto prima.
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In numerosi casi i disturbi dell’articolazione linguistica danno luogo in seguito a difficoltà nell’apprendimento della lettura (dislessia) e/o difficoltà nell’apprendimento della scrittura (disortografia). I disturbi dell’articolazione verbale rendono infatti molto più debole e limitato il sistema della memoria a breve termine (memoria di lavoro).E’ importante sottolineare che prima dei tre anni è difficile valutare un DSL, si parla di: Bambini Parlatori Tardivi (P.T.) o Late Talkers.
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Vengono inseriti in questa categoria quei bambini che tra i 24 e i 30 mesi hanno un vocabolario produttivo inferiore alle 50 parole e non combinano due parole in un unico enunciato. Il limite di 50 parole e fase combinatoria assente a 24 mesiè dunque un criterio di riferimento poiché numerose ricerche hanno dimostrato che a 24 mesi la maggior parte dei bambini presenta un vocabolario di almeno 50 parole e produce enunciati in cui compaiono alcune combinazioni di due tre parole.
Criteri clinici: QI non verbale è normale, non sono presenti deficit uditivi importanti, né disordini psichiatrici, né disturbi della personalità.
Circa il 10% di parlatori tardivi evolve in un DSL.
Ma allora, quali sono i segnali d’allarme che possono far sospettare la presenza di un disturbo del linguaggio?
L’assenza di lallazione
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Vocabolario ridotto a 18 mesi (inferiore alle 20 parole)
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Se a 24 mesi ci sono difficoltà di comprensione di ordini semplici non contestualizzati
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Se all’età di 2 anni il bambino non ha ancora detto le sue prime par
ole
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Le parole prodotte a 24 mesi sono inferiori a 50
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Persistenza di parole idiosincratiche a 30 mesi e oltre
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Assenza di combinazione di due parole a 30 mesi
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Prestazioni ai test del linguaggio inferiori alla media di almeno due deviazioni standard
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Prestazioni ai test del linguaggio inferiori alla media di almeno due deviazioni standard
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Lunghezza media dell’enunciato inferiore a 3 parole all’età di tre anni e mezzo.
Si ricorda che bisogna sempre prestare attenzione a fattori come:
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otiti ricorrenti (più di 4 in un anno)
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ipertrofia adenoidea (questi primi due fattori possono diminuire la capacità uditiva e la percezione corretta dei suoni)
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uso prolungato di ciuccio, biberon, allattamento al seno
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masticazione debole (solo cibi morbidi o frullati per eccessivo tempo)
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eccessiva esposizione ed utilizzo di strumenti digitali (tv, telefono, tablet) senza la mediazione e il controllo da parte dell’adulto
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scarsa e/o inadeguata stimolazione linguistica
Tutti questi che trovate elencati, sono fattori che possono interferire e/o ritardare lo sviluppo del linguaggio!
Terapia dei disturbi di linguaggio: cosa fare?
E’ doveroso, nel caso di un bambino con un disturbo dell’acquisizione del linguaggio, programmare una valutazione e successivamente una terapia specifica.
Il logopedista , quale esperto della rieducazione e della riabilitazione del linguaggio, evidenzia e lavora sulle difficoltà del bambino nei vari ambiti (comprensione, ripetizione, produzione, lettura e scrittura) e nei vari livelli linguistici (fonetico-fonologia, lessicale-semantico, morfosintassi, narrivo e pragmatico).
Ricordiamo che prima di programmare un intervento riabilitativo logopedico è necessario effettuare un’approfondita Valutazione Logopedica del linguaggio del bambino per poter poi delineare gli obiettivi del trattamento.
Nei bambini la terapia precoce è fondamentale, tanto più che in età evolutiva è ancora presente una grande plasticità neuronale, cioè la capacità di apprendere nuove informazioni e di riprogrammarle con una facilità molto superiore rispetto agli adulti.
E’ meglio cercare risposte e possibili soluzioni invece di pensare e aspettare che il disturbo passi spontaneamente col tempo, perché quel tempo, per quel bambino, è prezioso.
Dott.ssa Roberta Perosa