Le otiti nei bambini

 

Otiti, incubo di ogni genitore, chi ci è passato lo sa.

Compaiono spesso in modo inaspettato: febbre altissima, dolore a picchi difficilmente alleviabile, pianti inconsolabili. Cerchiamo di capire perché i bambini ne sono così tanto soggetti e come possiamo aiutarli.

Partiamo dall’inizio.

Per capire cosa succede dobbiamo osservare l’anatomia di un orecchio. L’orecchio è una struttura complessa suddivisa in orecchio esterno, medio ed interno e ciascuna di queste è costituita da tantissime parti.

Nell’orecchio medio c’è la struttura che ci interessa maggiormente: la tuba di Eustachio. Questo canale ha la funzione di drenare nella gola le secrezioni che si formano e l’eventuale catarro.

Quando noi comunemente parliamo di otite, spesso intendiamo l’otite media, ovvero ma l’infiammazione o una infezione proprio di questo canale e del resto delle strutture retro timpaniche dell’orecchio medio.

 

Ma perché nei bambini è così frequente mentre negli adulti è più rara?

La risposta ancora una volta la troviamo nella nostra anatomia: la testa del bambino, soprattutto nei primi anni è più larga che alta e questo fa si che la tuba di Eustachio si praticamente orizzontale e di conseguenza il drenaggio è difficoltoso. Crescendo il cranio si verticalizza e con sé anche l’angolazione di questo condotto permettendo un drenaggio più efficace.

 

Le otiti nei bambini

 

A questo fattore anatomico si aggiunge il fatto che i bambini, mediamente fino ai 3 anni, non hanno la capacità di soffiare il naso in modo efficace, manovra utile anche allo svuotamento di questo canale, e questo porta nuovamente ad un ristagno di catarro.

 

Quindi, cosa possiamo fare per diminuire questo rischio?

 

  • Portare regolarmente il bambino dall’osteopata, che grazie a delle tecniche specifiche, è in grado di mantenere il più libere possibili le vie aeree superiori, lavorando in prevenzione e riducendo così le probabilità di una infiammazione.

 

  • Mantenere fluido il catarro presente con dei vapori. Da mamma so bene che fare i fumi ai bambini incute timore: “l’acqua è bollente…il pentolino scotta…se lo tocca…se si rovescia tutto addosso” però esistono delle meravigliose macchine che producono vapore, sia con acqua normale che con acqua termale, che permettono fare i vapori al proprio bambino in totale sicurezza.

 

  • Insegnare il prima possibile, anche grazie a dei giochi, a soffiare con il naso e con la bocca. Ad esempio potete proporgli di spostare una pallina da ping pong prima soffiando con la bocca e poi con il naso, quando capiranno il meccanismo di sentiranno fieri e competenti perché vedranno un risultato concreto ai loro tentativi e saranno in grado di riprodurlo quando gli chiederete di soffiarsi il naso.

 

  • Eseguire i lavaggi nasali correttamente, ovvero: appena è possibile farlo da seduti, con la testa leggermente reclinata in avanti e non indietro, in questo modo l’acqua e il catarro non andranno in gola ma usciranno dal naso. Non usare troppa potenza con la siringa, per capirci non dobbiamo lavare il naso con l’idro pulitrice ma bagnare i fiori del giardino. Questo è importante perché se l’acqua ha troppa potenza il rischio è di spingere il catarro ulteriormente dentro la tuba di Eustachio ottenendo un effetto inverso a quello che vogliamo.

 

Nel caso dovesse sopraggiungere l’otite un ottimo alleato locale è il caldo: un bel fazzoletto di stoffa appena stirato. Il caldo locale aiuterà il bambino a sentire meno dolore e aiuterà il catarro presente a essere più fluido e quindi essere espulso con maggior facilità.

E come sempre tante tante coccole!

 

 

Chiara

@semplicemente_osteopata

@semplicemente_osteopata

Osteopata

Sono Chiara, ho 32 anni e sono donna, moglie di Marco e mamma di due splendidi bambini.

Nella vita sono entusiasta per la scelta fatta: ho deciso di prendermi cura della salute delle persone diventando osteopata. Mi sono diplomata nel 2013 e da allora lavoro sul territorio mettendo a disposizione dei pazienti le conoscenze acquisite. 

Del mio lavoro amo la soddisfazione nel vedere tornare il sorriso sul volto delle persone che mi cercano, amo renderle autonome e consapevoli di come posso intervenire al meglio per la loro salute. 

Tutto questo attraverso le mie competenze ma soprattutto le mie mani, la mia voce e il mio cuore. Seguo gli adulti, le donne in gravidanza e i bambini, consapevole del fatto che ciascuno di noi è diverso e unico a modo suo. 

Oltre al lavoro in studio, insegno nella scuola dove mi sono formata e collaboro con numerose realtà, tra cui un’associazione di ricerca scientifica.  

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