Il gioco euristico

 

La parola euristico deriva da “Eureka”, che indica “Ho trovato” dalla celebre frase di Archimede. Il verbo greco “Euristiko” significa quindi “riuscire a scoprire” che nei bambini si traduce nel riuscire da soli senza l’aiuto degli adulti.

Il significato di gioco euristico è quindi quello di giocare, di apprendere in autonomia, riuscendo a scoprire metodi e facendo esperienza di cose nuove.

L’approccio al gioco euristico è stato affrontato per la prima volta dalla studiosa Elinor Goldschmied, educatrice e pedagogista britannica. Il suo approccio non è solo un’attività da far fare ai bambini durante la giornata ma un vero e proprio approccio di vita.

La visione dei bambini si sa è molto ampia, da elementi naturali, in ambienti aperti, la loro fantasia plasma e modella la realtà. I bambini hanno la capacità di interagire con il mondo in modo istintivo. Avete presente il gioco delle nuvole distesi su un prato? Ecco, intendo proprio questo con la frase plasmare la realtà, e si possono passare ore a guardare le forme delle nuvole, i loro colori differenti, sperimentare con terra, foglie, e le famosissime torte di fango.

Elinor Goldschmied definiva per gioco euristico la possibilità di consegnare ai bambini una grande quantità di oggetti in un tempo e luogo definito, in modo da favorire loro il gioco libero di esplorazione senza la necessità di intervento di un adulto. Con il termine gioco euristico si vuole così porre attenzione alla spontanea attività di esplorazione messa in atto dai bambini e all’importanza che questa attività ha sul bambino stesso.

La spinta motivazionale che ha la crescita interpersonale grazie al gioco è enorme. Ecco perché il gioco euristico permette non un unico modo di utilizzare un oggetto, ma infiniti modi e tutti corretti. La ricchezza di colori e suoni dei giochi di oggi, hanno in sé una povertà di immaginazione, non permettono quindi ai bambini utilizzi diversi da quelli per cui sono proposti, in molti casi, ma nel secondo anno di vita del bambino, una volta acquisita la sicurezza motoria e affettiva, i bambini sono pronti a scoprire il mondo aumentando i loro livelli di competenza che vengono soddisfatti solo se riescono a scoprire da soli il modo in cui gli oggetti si comportano nello spazio e le cause e gli effetti dei loro gesti.

Ecco perché Elinor indicava di disporre di una grande quantità di oggetti, sicuri naturalmente, ma vari e spesso rinnovati, per per potere implementare la curiosità di azioni sempre nuove.

 

Il gioco euristico

 

Le possibilità che apre questo approccio dipendono anche dall’ambiente in cui vengono proposti i materiali. Non tutti gli ambienti infatti avranno lo stesso tipo di materiale; non esiste una ricetta unica, molto va osservato e in base a questo proposto.

Inoltre, la stimolazione sensoriale e immaginativa contagerà non solo i bambini ma anche gli adulti che verranno riportati a ripensare ai diversi utilizzi degli oggetti, dal punto di vista dei più piccoli.

Un’altra caratteristica di questo approccio è la divisione del materiale per tipologia nel momento che non viene utilizzato. Sacche neutre richiudibili sono perfette per riporre e conservare i materiali. L’ordine nella stanza quando il gioco non comprende determinati oggetti è molto importante per consentire ai bambini di non sentirsi agitati o confusi, lo stesso vale nella quotidianità della maggioranza degli adulti, riporre in sacche permette quindi di mantenere questo stato di benessere nell’ambiente.

Alcuni materiali che vengono indicati da Elinor Goldschmied e che possono essere facilmente acquistabili o reperibili sono: cilindri di cartone di diverse dimensioni, nastri, scarti di legno di falegnameria opportunamente lisciati, coperchi di barattoli, ciotoline in alluminio, tappi, pigne, mollette in legno, palline da ping pong, e si potrebbe proseguire ancora.

L’approccio appena esposto è sicuramente alla portata di tutti perché è un approccio molto semplice ma che al contempo permette una grande ricchezza sensoriale ed esperienziale per i bambini.

Dove le potete trovare? Sul mio shop di Etsy, pochi pezzi per garantire sempre la massima cura e attenzione!

Silvia

@ratabirata

@ratabirata

Artigiana

Ciao, mi chiamo Silvia alias RatabiRata,

una ragazza di 35 anni, un’impiegata, e la cosa per me più importante, una mamma.

Da sempre amo creare con diversi materiali, cucire e lavorare all’uncinetto e negli ultimi anni ho iniziato a occuparmi di accessori per bambini, abbigliamento e piccoli giochi per la crescita!

RatabiRata è il nome che ho scelto per questo mondo!

Nel 2019 nasce in me la consapevolezza di volere questo nome che mi riporta all’infanzia. Questa è una delle filastrocche vercellesi, del luogo dove sono nata e vivo, che vengono raccontate, canticchiate e utilizzate per addormentare solitamente i bimbi piccoli. Insomma, una di quelle cantilene che ho sentito da mia nonna, mia mamma poi e cantata da me quando mia figlia era piccola.

Il mio mondo vuole essere per te accoglienza, calma e rispetto. Una culla sicura dove sentirsi bene.

In un mondo di urgenza, corse e fretta, ho deciso di rallentare e rilassarmi creando capi unici e giochi di fantasia per raccontare l’infanzia a modo mio naturalmente.

Attraverso la creazione di giochi all’uncinetto o di tipo naturali e analogici, intreccio con le neomamme pensieri, vissuti ed esperienze, che ci fanno condividere sorrisi, alleviano dubbi e tristezze e rendono più umano il contatto al market e rendono meno sole le persone.

 

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