La depressione post partum colpisce molte donne ma ancora oggi si conosce poco e se ne parla ancora meno…

 

La depressione post partum

 

Oggi sarebbe più adeguato parlare di depressione perinatale, anziché post partum: il 40% delle madri depresse nei mesi successivi alla nascita del bambino lo è, infatti, già durante la gravidanza. 

Ma cosa caratterizza questa forma di depressione?

Essa ha a che fare con un problema di identificazione della donna nel nuovo ruolo di madre

La definizione stessa di madre richiede un’attenzione particolare: chi è, infatti, la madre? 

Per comprendere a pieno il suo significato è necessario uscire dalla convinzione secondo cui mettere al mondo un figlio implichi necessariamente divenire madri di quel figlio. Come dice Recalcati: “Essere madre non è un fatto di sangue, non è un fatto biologico, non riguarda la stirpe. Per essere madre non è sufficiente il corpo biologico, ci vuole la capacità di rispondere al grido del figlio, di soccorrerlo, di non voltargli lo sguardo”. 

L’esperienza della maternità rappresenta, quindi, una delle fasi emotivamente più pregnanti nel ciclo di vita di una donna, un momento trasformativo non solo sul piano biologico, ma anche su quello intrapsichico e relazionale. 

Essa implica un taglio netto e irreversibile nello svolgimento ordinario del tempo: 

Nel dare vita il mio mondo non sarà più lo stesso di prima. Posso accettarlo? O meglio, sono pronta a rispondere al suo sguardo?”.

 

Depressione post partum

 

Il parto: tra eros e pathos

Il momento stesso del parto porta con sé un vissuto altamente contraddittorio: esso è spesso saturo di frammenti violenti, nei quali compare sia il timore di “distruggere” il bambino, sia quello di “essere distrutte” da lui. Questa associazione di vita e morte, di amore e aggressività, di eros e pathos, può portare all’emergere di sentimenti contraddittori da parte della donna: “lo desidero ma al tempo stesso mi provoca dolore”. 

La stessa rottura della simbiosi biologica può presentare ripercussioni psicologiche ambivalenti: svuotamento e perdita, ma anche liberazione e riacquistata leggerezza. Giunti a questo punto, potremmo chiederci: qual è quindi il legame tra il parto e la depressione? Non è tanto l’evento in sé, ovvero la presenza di problemi o pericoli oggettivi, a influire sull’adattamento emozionale della madre, quanto la sua percezione e valutazione dell’esperienza vissuta: tanto più alta è la delusione o il senso di insoddisfazione che la donna prova nei confronti del parto, tanto più sarà a rischio di sviluppare una forma di depressione. Quest’ultima, non sempre viene facilmente identificata e il rischio è la sua minimizzazione o negazione.

 

@fedeandstuff

 

Come riconoscerla. I sintomi della depressione post partum

Il disturbo depressivo può presentare forme piuttosto lievi (depressione minore) oppure forme più severe, caratterizzate, da un’insorgenza precoce. 

Esse sono caratterizzate dai seguenti sintomi:

  1. Depressione minore: sensazione di esaurimento fisico, irritabilità, diminuzione dell’appetito, riduzione del desiderio sessuale, insonnia, sintomi somatici.

  2. Depressione maggiore: umore deflesso (tristezza profonda e patologica), perdita di interesse verso normali attività quotidiane, angoscia, ansia, sensazione di vuoto interiore.

Una madre depressa si sente impotente, incapace di provvedere in modo adeguato al proprio bambino, irritabile e angosciata. 

 

I fattori di rischio

Tra i fattori psicologici troviamo:

  • Bassa self-efficacy

  • Caratteristiche di personalità: evitamento, dipendenza, tratti ossessivo compulsivi

  • Elevata ansia di tratto

  • Precedente episodi di depressione, non solo in gravidanza. 

Tra i fattori cognitivi vi sono:

  • Una maggior tendenza all’autosvalutazione 

  • Una maggior difficoltà a recuperare ricordi autobiografici dettagliati

 

@fedeandstuff

 

Come fronteggiarla?

Il Ministero della Salute propone 5 CONSIGLI: 

  1. Confrontati con altre mamme

  2. Ritagliati del tempo per vivere anche la vita di coppia, senza concentrarti ossessivamente solo sul bambino.

  3. Chiedi aiuto a parenti o amici per la gestione della casa e del neonato

  4. Prenditi del tempo per te stessa

  5. Coinvolgi il partner nella cura del neonato 

 

Federica

@educart

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Dott.ssa in psicologia clinica

Educart è una pagina in cui educazione, arte e psicologia si incontrano, si sfiorano, si conoscono, si parlano. Dietro Educart c’è Federica, una ragazza di 24 anni, alla fine del suo viaggio universitario in psicologia. Educatrice, sognatrice, amante dell’arte e delle imperfezioni. 

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