Nell’articolo precedente “Quando il bambino balbetta…” abbiamo risposto alle principali domande sulle balbuzie ma ci siamo tenuti uno spazio dedicato alla domanda più ricorrente tra i genitori.

Cosa fare se il bambino balbetta?

Vediamo alcuni consigli utili!

 

Quando intervenire?

A prescindere dalle ipotesi eziologiche, qualsiasi bambino che ha cominciato a balbettare ha diritto ad essere valutato e monitorato fino al suo recupero spontaneo o al successo della terapia.

È importante saper riconoscere questi sintomi in tempo, poiché la ricerca ha stabilito che la prognosi è tanto migliore quanto è minore l’intervallo temporale che separa l’insorgenza della balbuzie dal primo intervento terapeutico (che può essere eseguito anche in età molto precoce, dai 3 anni di età), anche perché ad aspettare troppo si rischia che la balbuzie si consolidi a tal punto da diventare refrattaria a qualsiasi intervento terapeutico.

Secondo alcune teorie, i bambini che cronicizzeranno devono essere individuati e trattati il prima possibile, per ottenere una remissione che potrebbe essere completa e priva di ricadute. Da qui la necessità di valutare precocemente la probabilità che un bambino ha di incorrere in una remissione spontanea del disturbo piuttosto che di evolvere verso una balbuzie persistente al fine di poter concentrare gli sforzi terapeutici solo sui primi (Pisciotta et al., 2010).

 

In che cosa consiste la terapia?

La terapia ha come obiettivi quelli di ridurre il numero delle disfluenze emesse (tecniche per costruire la fluenza e per modificare la balbuzie) e parallelamente di eliminare le condotte di evitamento e fuga e i comportamenti secondari associati all’incorrere del momento disfluente. Imparare con successo a far fronte alla balbuzie vuol dire trovare un giusto equilibrio tra l’essere abili nel modificare la propria fluenza e contemporaneamente le proprie attitudini sulla comunicazione.

Lo scopo della terapia è quello di aiutare il bambino a trovare un giusto equilibrio tra il sentirsi adeguato per quanto riguarda il parlare, la balbuzie, se stesso e diventare abile nel capire e nell’usare le tecniche di modificazione della fluenza al fine di diventare un’efficace comunicatore. Se la fluenza migliora divenendo più facile e naturale in maniera spontanea migliorerà anche la struttura profonda del balbuziente: il suo modo di pensare e i suoi sentimenti (Chmela, 2001). La terapia della balbuzie è estremamente diversificata a seconda dell’età del bambino e può essere diretta (terapia con il bambino) o indiretta (terapia con la famiglia) o mista (bambino e famiglia).

 

Cosa fare se il proprio figlio balbetta?

Se pensate che il vostro bambino balbetti, cercate di effettuare una precoce valutazione e seguite il più possibile quanto vi verrà suggerito dallo specialista. La cosa più importante da fare, quando nostro figlio balbetta, è essere noi per primi dei buoni comunicatori, in modo da fornire un modello verbale che potrà essere facilmente appreso e riprodotto dal bambino.

Provate a seguire questi consigli ed esercitatevi ad utilizzarli quando parlate con vostro figlio/a.

 

Consigli per i genitori:

Mantieni il contatto oculare con il bambino soprattutto mentre balbetta.

Non anticipare il suo pensiero, finendogli le parole\frasi che sta dicendo.

Lasciagli tutto il tempo di cui ha bisogno per esprimere il proprio pensiero e non mettergli fretta mentre sta parlando. Non usare espressioni tipo “Dai su!” “Allora, cosa mi vuoi dire”, “Sbrigati”, …

Fai in modo che il bambino capisca, osservando il tuo comportamento non verbale e le tue espressioni mimiche, che sei interessato a ciò che dice e non a come lo dice.

Cerca di parlare con il bambino usando un tono di voce calmo, rilassato e lento.

Riduci il numero delle domande che gli poni e sostituiscile con commenti su ciò che il bambino ti ha appena detto. Fai una domanda alla volta e attendi che il bambino ti abbia risposto prima di porgliene un’altra.

Non dirgli mentre balbetta frasi del tipo “Parla lentamente”, “Fai un bel respiro”, “Rilassati, stai tranquillo”, “Pensa a quello che devi dire prima di parlare”, “Parla bene”, “Smettila di balbettare”. Questi consigli non sono di aiuto al bambino che balbetta.

Quando gli poni delle domande “prendi tempo”, restando in silenzio almeno 2 secondi prima di fargli una domanda o prima di rispondere a una sua richiesta, o verbalizzando Vediamo… Sto pensando…”. Mantieni sempre il contatto oculare con il bambino. Usa molte pause quando parli, questi momenti di silenzio ridurranno la pressione comunicativa.

Rispetta i turni comunicativi, non interromperlo quando parla né sovrapporti con la voce alla sua.

Ricordati che è un bambino e che le sue abilità linguistiche sono in continua evoluzione: parlagli usando un linguaggio facile, frasi brevi, non complesse e parole che siano comprensibili per un bambino della sua età.

Soprattutto fai capire al bambino che tu lo accetti e lo rispetti per quello che è indipendentemente dalla sua balbuzie; questo aumenterà la fiducia in se stesso e la sua autoaccettazione.

Liberamente tratto da: Barry Guitar and Edward G. Conture, © 2008

 

A presto!

Dott.ssa Roberta Perosa 

@roberta_perosa

@roberta_perosa

Logopedista e Counselor

Laureata all’Università degli Studi di Padova nel 2007, ho continuato la mia formazione lavorando per 4 anni al Centro Medico di Foniatria di Padova in collaborazione con le altre figure professionali presenti nella struttura. Sono stata docente al “Corso Annuale di formazione in diagnosi e terapia della balbuzie” 10/2012- 7/2013, per il modulo “La valutazione del linguaggio e della balbuzie in età evolutiva”, organizzato dall’IFRA, Istituto per la formazione e la ricerca applicata e a successivi diversi corsi formativi ECM per professionisti del settore per la regione Veneto, in collaborazione con la Società Scientifica Logopedisti Italiani (SSLI) e il Centro Medico di Foniatria di Padova.

Sono relatrice per diversi corsi formativi nell’ambito della balbuzie.

Da anni mi occupo prevalentemente di valutazione e terapia dei disturbi di linguaggio in età evolutiva ed adulta, con particolare riguardo alla balbuzie. Inoltre, collaboro con diversi e numerosi professionisti che operano nella zona di Vicenza e Padova; con le scuole e le associazioni organizzo corsi di formazione/educazione rivolti agli insegnanti e ai genitori.

Mi occupo dei disturbi di linguaggio (orale e scritto) prevalentemente presenti in età evolutiva nella fascia prescolare e scolare e in quelli presenti in età adulta, sia per quanto riguarda la Valutazione, che per quanto la Terapia Logopedia.

A gennaio del 2018 ho conseguito il titolo di Counselor ad indirizzo bioenergetico transpersonale per ampliare le mie competenze nella relazione d’aiuto e nell’ascolto attivo.

Dal 2014 ho aperto il mio studio privato in collaborazione con altre figure professionali.

Ho sempre pensato che lavorare in team sia più arricchente e stimolante, ti offre la possibilità di un confronto continuo e di vedere il proprio lavoro in un’ottica più ampia. Da questo è nato “Lo Studio”, una nuova realtà formata da persone con un’elevata preparazione e specializzazione nel loro campo e che trasmettono amore e passione per il proprio lavoro. Quelle stesse persone che sanno fare la differenza e che mi hanno permesso di guardare “oltre”. Grazie a loro è possibile realizzare questa filosofia di pensiero e dare il massimo per i nostri piccoli e grandi pazienti, insieme crediamo a questo grande progetto in continua crescita”.

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