Parlare di allattamento è quanto mai urgente per dare ai genitori informazioni chiare e compiere scelte consapevoli.

 

Allattamento al seno

 

Quando parlo di allattamento ai corsi preparto i genitori raccontano di aver vissuto in maniera indiretta due esperienze opposte: allattamento fallimentare per scarsa quantità di latte, oppure allattamento ben riuscito, forse anche troppo, per cui alla mamma sembra di soffocare a causa della richiesta continua e prolungata del bambino. Parlare di allattamento, quindi, è quanto mai urgente per dare ai genitori informazioni chiare e compiere scelte consapevoli.

Partiamo dal principio: Perché allattare? 

Le motivazioni sono tantissime, una su tutte: il bambino se lo aspetta!

Il neonato, che esce dal grembo materno, “perde” la mamma come l’aveva sempre conosciuta, quindi come qualcosa che era tutt’intorno a lui, e la ricerca in un’altra forma: il seno! 

Se un neonato, nelle primissime ore dopo la nascita, fosse lasciato libero di esplorare il petto della mamma, potremmo vedere che come un “lombrico” punta i piedi e si spinge in avanti fino a raggiungere i seni, poi guidato dall’odore del capezzolo, lo stesso del liquido amniotico, raggiunge un seno, inizia a leccare e poi a ciucciarlo. Incredibile come la natura abbia pensato a tutto!

Il latte materno è un tessuto vivo e come tale è ineguagliabile e cambia continuamente! Cambia all’interno della stessa poppata, cambia nel corso dei mesi perché il bambino cresce e ha bisogni diversi, cambia se c’è in circolo un’infezione perché si riempie di anticorpi prodotti dalla mamma. 

Terza motivazione: l’allattamento al seno non è solo nutrimento, ma è anche relazione! Nell’abbraccio che l’allattamento richiede, il neonato può guardare negli occhi la sua mamma, può assaporare il suo latte caldo e dolce, può sentirsi a contatto con lei ed essere sicuro che quell’abbraccio è per lui e solo per lui (sì, questo può succedere anche con l’allattamento al biberon!). 

 

 

Quarta motivazione: con l’allattamento a richiesta la mamma e il papà imparano prima a riconoscere i segnali del bambino. Credo fortemente che il bambino sia in grado di comunicare già dalla nascita, siamo noi genitori a dover imparare il suo linguaggio. Nell’allattamento a richiesta il bambino si autoregola, sa quando ha fame perché impara ad ascoltare i propri organi interni, sa quando è sazio. I genitori imparano a capire i segnali di fame, perché sono dei segnali specifici diversi da quelli di sonno, freddo, caldo, pannolino sporco, disagio…

Ultima motivazione: l’allattamento previene il cancro alla mammella se proseguito oltre l’anno di età, preserva il bambino da infezioni perché la mamma trasmette anticorpi, diminuisce la probabilità di andare incontro a obesità e diabete, fa bene al portafoglio, è pratico e sempre pronto. 

Come è vero che il bambino cerca il seno appena nato è altrettanto vero che la mamma si prepara per 9 mesi a questo evento! 

Già in gravidanza gli ormoni lavorano per l’allattamento, le mamme lo notano dal fatto che il seno aumenta di volume, le areole si scuriscono e qualcuna vede anche del liquido fuoriuscire dal capezzolo. 

Durante il travaglio gli ormoni lavorano sia per il parto che per l’allattamento (l’ossitocina che fa contrarre l’utero è la stessa che provoca la fuoriuscita del latte dal seno). 

Dopo il parto, il corpo della mamma produce colostro, una sostanza densa e ricca di nutrienti, e poi dopo 48-72 ore sopraggiunge la montata lattea! 

Non esistono donne con poco latte o latte di scarsa qualità e adesso vedremo perché…

Dal parto in avanti inizia quel delicato periodo che viene detto “calibrazione”, che dura circa 40 giorni, in cui il principio cardine è quello dell’economia mondiale: domanda/offerta! La produzione di latte da parte del seno si deve adeguare alla domanda da parte del bambino. Se il seno produce poco latte piano piano aumenterà, se ne produce troppo, piano piano diminuirà! Ecco perché è possibile allattare anche i gemelli! 

Come facilitare questo processo? Permettendo al bambino di attaccarsi quando vuole e non imponendo un orario, non introducendo ciucci e biberon prima dei 40 giorni, avendo accanto persone che sostengano la scelta di allattare. Sono stati fatti degli studi in cui si è evidenziato che un papà informato e attento favorisce l’allattamento del proprio bambino. 

 

Come si allatta? 

Prima di tutto la mamma deve trovare un luogo accogliente, che la faccia sentire a suo agio, potrà fare uso di cuscini, di un panchetto per i piedi, di una presa del bambino adeguata in modo che nessun muscolo del suo corpo sia in tensione. Questa posizione dovrà essere assunta più volte al giorno e per parecchio tempo nelle prime settimane quindi la parola d’ordine è: COMODITÀ!

 

 

Si allatta a richiesta perché, come dicevamo, è il bambino che sa quando ha fame e quando è sazio. Grazie al cielo il seno non è trasparente e quindi non possiamo sapere quanto ha mangiato il bambino. Possiamo, però, avere la certezza che il bambino abbia mangiato a sufficienza guardando la sua faccia soddisfatta, pesandolo una volta a settimana fino ai due mesi, contando almeno 6 pannolini bagnati nelle 24 ore, guardando quanto tempo passa tra una poppata e l’altra e tranquilli che… un bambino affamato piange!!! 

 

Ci sono degli strumenti utili e altri meno utili per l’allattamento… 

 

Il mio consiglio è quello di non comprare preventivamente in gravidanza qualcosa che non so se effettivamente servirà. Sto parlando di tiralatte, coppette d’argento, paracapezzoli, creme, biberon… 

Come funziona l’allattamento a livello fisiologico? 

I due ormoni che lo regolano, ossitocina e prolattina, vengono prodotti dall’ipofisi che riceve il segnale dal seno stesso, mentre il bimbo ciuccia! Nei primissimi giorni di vita il bambino può fare anche 10-12 poppate al giorno proprio sia per aumentare la produzione di latte e sia perché il suo stomaco è limitato e ha bisogno di fare pasti piccoli ma frequenti. Niente paura! Il numero delle poppate con il tempo diminuirà!

Spero che questo articolo sia stato utile!

 

A presto!

Lucia

@maternamente_ostlucia

@maternamente_ostlucia

Ostetrica

Sono M. Lucia Beccacece e sono ostetrica dal 2013.

“L’ostetrica è quella che fa nascere i bambini” direte voi e lo pensavo anche io fino a che non sono stata a Firenze per un corso annuale post laurea e non ho frequentato un consultorio di Milano.

La mia visione dell’ostetrica si è stravolta e oggi sono libero professionista e lavoro con le famiglie dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino. In particolare mi occupo di gravidanza, parto, allattamento, massaggio infantile, svezzamento, riabilitazione del pavimento pelvico, acquaticità neonatale.

Attraverso gli strumenti che le ostetriche si tramandano dall’alba dei tempi seguo le donne nei loro cambiamenti e le supporto a trovare le loro risorse.

Attraverso il mio lavoro ho imparato che la rete di professionisti è fondamentale e quindi collaboro con fisioterapisti, osteopati, psicologi, ginecologi, consulenti babywearing, pedagogisti…

Attraverso i social mi faccio conoscere e cerco di divulgare informazioni scientifiche utili per tutti!

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