“C’è un fantasma in questa casa”
Halloween si avvicina…e cosa c’è di più bello in questo periodo che avventurarsi tra le pagine di una storia paurosa?
Amo il potere delle storie, la capacità di far vivere emozioni differenti, di trasportare in altre dimensioni e fare esperienze nuove.
Negli albi illustrati “paurosi”, i bambini si trovano a provare uno stato d’animo travolgente: fiato sospeso, nervi tesi, occhi sbarrati mentre un brivido li attraversa. Ma questa non è vera paura, in fondo si tratta di un gioco tra l’autore e il lettore, tra il lettore e l’ascoltatore, e tutti sanno che a un certo punto la tensione si scioglierà in una risata liberatoria.
Nell’albo che vi presento oggi paura e divertimento si intersecano in un incastro perfetto, per immergerci in una lettura dall’ambientazione terrificante ma popolata da personaggi simpaticissimi.
La copertina cupa e il titolo sono il biglietto da visita ideale per una storia che vuole far rabbrividire: C’è un fantasma in questa casa, è l’ultima opera di Oliver Jeffers edito da Zoolibri.
Una bambina, verdina e un pochino terrificante, abita una grande casa dallo stile gotico. Ci invita subito a entrare. Da tanto tempo non riceve visite e ora ha bisogno del nostro aiuto. Ha sentito che c’è un fantasma in casa sua, ma pur avendolo cercato dappertutto, non è mai riuscita a trovarne uno!
“Dei fantasmi si dice che siano bianchi con due buchi al posto degli occhi”.
Possibile che siano così difficili da trovare? La bambina ci accompagna in una sorta di tour dell’immensa dimora e stanza dopo stanza, dall’ingresso, al salotto, alla biblioteca, in camera da letto e perfino in bagno la seguiamo alla ricerca di una creatura magica. Cerca sotto il letto, dietro il divano, in una buia soffitta eppure non riesce a scovarne nemmeno uno! Questa in breve la trama, quel che accade però è molto di più.
L’albo è costruito con una tecnica unica, una maestria speciale che rende il lettore parte attiva del gioco della lettura. L’ambientazione è resa da fotografie in bianco e nero che l’autore ha preso da vecchi libri di architettura e cataloghi di mobili. Una ricerca certosina fatta con la massima cura, per far sì che l’insieme dell’appartamento sia armonioso e unico nel suo stile gotico. È proprio tra veri vecchi divani, lampadari di cristallo e mobili d’altri tempi che si aggira la piccola protagonista, illustrata con lo stile unico di Jeffers. La contrapposizione tra fotografia e illustrazione (lei è l’unica nota di colore sulla pagina: verde e un brillante giallo fluo, geniale!) è straniante eppure perfettamente armonica, i due elementi collaborano benissimo.
Ma la specialità dell’albo non finisce qui. Le pagine fotografiche sono alternate da lucidi che, una volta svoltati, fanno magicamente comparire i fantasmi nelle stanze. E così ecco che, mentre la bambina si arrovella su dove poter trovare un fantasma, uno compare proprio un po’ più in là, fuori dal suo sguardo. Prima uno, poi due, fino almeno a quattro fantasmi, spuntano seduti in poltrona, si specchiano facendo boccacce, si dondolano sul lampadario, fanno capolino sulle scale, saltano sul letto (proprio mentre lei li cerca sotto, il letto!). Le piccole creature sono bianche e con due buchi negli occhi, proprio come da tradizione, una di loro trascina anche delle catene, eppure non hanno niente di terrificante. Anzi, con le loro espressioni buffe, i sorrisi, gli scherzi, risultano simpaticissime.
Giocano con il lettore intimando il silenzio, un ditino sulla bocca chiedono di non dire nulla alla bambina che li sta cercando. Noi li abbiamo visti ma lei no! Così si crea una complicità speciale tra il bambino e i fantasmi, la lettura stessa diventa un gioco al nascondino in cui vince chi vede per primo il lenzuolo spuntare sulla pagina.
Ma alla fine riuscirà la bambina a trovare il fantasma? Lascio a voi la soluzione del dilemma, ma vi dò un indizio: osservate bene i risguardi!
Suggerisco questo albo illustrato dai tre anni in su, è una lettura che sa unire il brivido a tanto divertimento. Riesce ad avvicinarsi alla paura giocando con essa, sdrammatizzando e normalizzando quel sentimento potente che si vorrebbe scacciare: con stratagemmi fatti ad arte, il bambino simpatizza con la paura, la fa scendere dal suo piedistallo mettendo al suo posto sana curiosità e intelligente umorismo.
Divertitevi!
Maria